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I CLASSICI DELLE SEDICI - per non morir d'inedia al tempo del Coronavirus

I Classici delle Sedici
(…per non morir d'inedia al tempo del Coronavirus)

Questo volume contiene dieci testi di autori classici letti e commentati collettivamente da una compagnia di amanti di cose belle durante altrettante videoriunioni organizzate dal curatore, nei mesi dell'isolamento dovuti al diffondersi del contagio da Coronavirus. I brani venivano proposti di volta in volta sulla base delle necessità spirituali che parevano essere le più attuali e stringenti: la lotta contro la paura, il desiderio di uscire e di viaggiare, l'importanza della socializzazione, il valore dei sentimenti di affetto familiare, l'orgoglio di appartenere a una città superba e a una Nazione illustre per bellezza di paesaggi. La proposta di partecipare al salotto letterario ogni domenica pomeriggio alle sedici (da qui il titolo) era stata diffusa sia tra amici e colleghi , sia attraverso i social: si è formata in questo modo una comunità che di domenica in domenica è andata sempre più compattandosi e riconoscendosi attorno al focolare della voce di grandi autori dell'antichità. Terminato il lungo periodo di chiusura e di divieto di viaggiare, sono terminati anche gli incontri; però alcuni partecipanti hanno accettato l'invito a comporre uno scritto personale a commento dell'avventura vissuta. Ne sono usciti dei contributi estremamente vari e interessanti, che mostrano come la parola degli antichi scrittori sappia tuttora essere attuale e coinvolgere nel profondo i nostri contemporanei. Chiude il volume una breve sezione con il profilo letterario degli autori antichi di cui sono riportati dei brani.

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PER LE NOSTRE RADICI

PER LE NOSTRE RADICI

CARTA D’IDENTITÀ DEL LATINO

Di Andrea Del Ponte – ed. Aracne € 14

Prefazione di Salvatore Settis

Nell’attuale frangente storico–culturale, l’Occidente è messo di fronte a scelte epocali, che potrebbero consegnare alle prossime generazioni un’Europa completamente diversa da quella che abbiamo ereditato. Il concetto stesso di “radici”, fino a non molto tempo fa rispettato e onorato, è stato messo violentemente in discussione in quanto non consonante con i miti dell’universalismo relativistico. Anche per questo motivo il latino, che assieme al greco e alla cultura giudaico–cristiana è una delle più profonde radici della civiltà europea, è sottoposto agli incessanti colpi di scure di nemici esterni e interni. Il volume cerca di spiegare perché la sua vitalità è destinata a sopravvivere e a vincere.

editore: Aracne € 14

È acquistabile in libreria su ordinazione oppure online al link https://www.libreriauniversitaria.it/nostre-radici-ponte-andrea-aracne/libro/9788825517590

o all’editore

http://www.aracneeditrice.it/index.php/pubblicazione.html?item=9788825517590

RECENSIONI a "Per le nostre radici"

RECENSIONE SU "Zetesis" a cura di Moreno Morani e di Giulia Regoliosi
Andrea Del Ponte. Per le nostre radici. Carta d'identità del latino
Prefaz. di Salvatore Settis
Aracne editrice, Anterano (RM), 2018


Rispetto ad altri libri simili presentati in questa rubrica quello di Andrea Del Ponte ha il vantaggio di nascere da una lunga esperienza didattica e da una intensa attività di promozione degli studi classici, realizzata attraverso incontri, conferenze, partecipazioni a seminari e convegni, organizzazione di spettacoli teatrali.

Il libro è organizzato in tre sezioni. La prima (Radici storiche e attualità della Latinitas) muove inizialmente da una prospettiva di fondo linguistica. L’autore parte dalla constatazione che la Latinitas (intesa sia nel senso di sfondo ed eredità culturale sia nel senso proprio di area dove si parla una lingua romanza) è una delle più vaste macrozone linguistiche e culturali del mondo, anche se il progressivo rafforzamento dell’inglese come lingua veicolare in diversi settori ha portato spesso a una perdita di contatto con le radici latine, al punto che si può oggi parlare di una Postlatinitas. Dopo essere stato per secoli la lingua veicolare della scienza e della Chiesa, il latino ha subito una lunga fase di riduzione dei propri ambiti di uso e si trova oggi in uno stato di conflitto con l’emergere di una lingua non neolatina (anche se fortemente modellata sul latino e intrisa di elementi neolatini), l’inglese appunto. Questo conflitto ha portato a un disinteresse, o addirittura a un’insofferenza per il latino (e dunque anche per il suo insegnamento) in molti ambienti culturali. Perché far studiare il latino e sottrarre ore a materie più coinvolgenti e di utilità immediata e più vasta? Nonostante questo, si registra, secondo Del Ponte, un interessante riemergere del latino (per esempio nel mondo della politica, dove spesso si usano frasi latine come motto di organizzazioni o Stati). Tutto ciò, in conclusione, sconsiglierebbe di diminuire o addirittura di eliminare la presenza del latino nel tessuto scolastico italiano, come fatalmente accadrebbe, se si rendesse l’insegnamento del latino puramente opzionale e limitato a pochi corsi liceali.

Il secondo capitolo segue il dibattito sull’utilità del latino a partire dagli inizi del XIX secolo (in realtà il dibattito era cominciato prima, con la Querelle des anciens et des modernes), attraverso un’antologia di testi: vi compaiono voci di personaggi interessanti, da Monaldo Leopardi fino ad autori recentissimi, interventi di intellettuali (come Gramsci o Pasolini o Magris) o di cultori della materia (come Mastrocola, Gardini, Tonelli). Negli epilegomena si fa cenno ad altri interventi importanti degli ultimissimi anni, dal momento che la polemica sulla validità del latino si è fortemente insediata in organi di stampa e nei media. L’autore rileva come il pensiero contemporaneo sia orientato a considerare importante solamente ciò che genera reddito: tutto questo relega fatalmente in secondo piano l’interesse per gli studi umanistici, e questa mentalità irrompe anche nel mondo della scuola orientando il sistema alla valorizzazione di forme di sapere immediatamente spendibili nel mondo del lavoro e dell’economia (ricordiamo le fatidiche e famigerate tre I: inglese, informatica, impresa). Quale dunque il rimedio?  Del Ponte ritiene «del tutto controproducente continuare nello sforzo di uniformarsi alla linea di pensiero dominante per essere accettati; prestarsi a un defatigante e quotidiano esercizio di mimetismo culturale per dimostrare di avere almeno una parvenza di affinità con il sistema; piegarsi a qualunque contorsione intellettuale pur di dimostrare – per sopravvivere – che sì, almeno a livello di eterogenesi dei fini le humanae litterae possono prestare ancora qualche servizio alla società postindustriale, nel ruolo fosse anche di paria o di sherpa.» Il rimedio consiste piuttosto nella presentazione «di un’offerta ‘alta’ dei valori del Latino e della classicità ai nostri contemporanei, presentata come un’alternativa secca, e di altissima qualità, al deserto etico nel quale ormai da troppo tempo ci siamo incamminati».

Il capitolo termina con una vigorosa puntata polemica indirizzata a quei cultori delle materie antiche che tendono a limitare l’importanza dell’antico sminuendone il valore. In modo particolare ricadono sotto le puntate polemiche di Del Ponte le tesi di Maurizio Bettini e dei suoi collaboratori dell’AMA (“Antropologia e mondo antico”). Una sezione interessante del capitolo controbatte le tesi di Bettini sull’inutilità (anche sotto il mero profilo didattico ed educativo) della traduzione. Le tesi di Bettini hanno come conseguenza anche un appello a una “ibridazione di culture” e a una sostanziale diluizione della nostra identità in vista di un’Europa più multiculturale e politeistica, tesi che Del Ponte confuta perentoriamente, affermando «con forza che i classicisti europei (…) non hanno nessuna intenzione di ‘chiudersi in una difesa della tradizione umanistica’, ma non sono neanche disposti a subire passivamente gli attacchi distruttivi di orientamenti culturali quanto meno discutibili, che vorrebbero (…) estromettere dall’Italia e dall’Europa il patrimonio della classicità, (…) sfigurare e sconciare ciò che di meglio essa ha saputo esprimere, da Omero al Rinascirnento, in termini di λόγος, di spiritualità e di un’autentica humanitas capace di indicare le coordinate per un vivere bello, armonioso, altarnente civile».

Il terzo e ultimo capitolo ha un taglio molto originale: è un’antologia di passi di autori latini inquadrati in parole chiave della cultura contemporanea presentate in ordine alfabetico (da Architettura a Zucca passando p.es. attraverso Giardinaggio, Inquinamento, Vegetarianesimo): per ogni parola un breve passo latino con un rapido ed efficace inquadramento sull’autore e una riflessione sulla problematica attinente alla parola esaminata.

Una breve introduzione rende conto delle ragioni che hanno spinto l’autore alla stesura di questo libro. In particolare ha avuto un peso importante la sua attività di redazione di una Carta del latino, un testo sull’importanza della cultura classica e umanistica e sul peso che essa dovrebbe avere nella società: nella sua genesi il testo si poneva come punto di riferimento per l’associazione di cui il Del Ponte è presidente nazionale (il Centrum Latinitatis Europae). L’autore si oppone alle prospettive di una orizzontalità culturale e realitivistica e si colloca tra «gli ammiratori dell’arborea verticalità proiettata sia verso il cielo che nel profondo della terra (le radici greco-romane e assieme giudaico-cristiane della nostra civiltà occidentale)». Completa il volume, come prefazione, un saggio di Salvatore Settis dal titolo significativo Salviamo il latino.

In conclusione un volume interessante, con una panoramica molto estesa di problematiche, che toccano sia il profilo culturale sia il profilo educativo o strettamente didattico. Le tesi dell’autore sono presentate in modo sempre energico e con uno stile chiaro. Il libro può essere argomento di discussione o anche di polemica, ma certamente l’autore non è personaggio che si sforza di nascondersi o di mimetizzarsi per non urtare chi la pensa in maniera diversa, come purtroppo tendono oggi a fare molti cultori del mondo classico: anzi, in vari passaggi Del Ponte preferisce la verve polemica rispetto all’accondiscendenza logorante. Lo stile è sempre molto nitido ed efficace.

LA PUNTINA di Massimiliano Lussana – 16 dicembre 2018


ANDREA DEL PONTE, IL LATINO COME SINFONIA E UN LIBRO CHE E' UN DOVERE LEGGERE

Non sempre sono d'accordo con tutto ciò che dice e fa Andrea Del Ponte, professore di latino e greco del liceo D'Oria.

Ad esempio, a lui l'attuale governo piace molto di più di quanto piaccia a me.

Ma vorrei dieci, cento, mille, Andrea Del Ponte per la sua passione, per la carica con cui fa tutto ciò che fa, per il cuore e la mente che ci mette sempre.

Caratteristiche che, evidentemente, ha nel Dna.

Ricordo il suo papà Sergio, il primo giorno che arrivò in redazione al Giornale con un impermeabile che faceva molto tenente Colombo, un po' scarruffato, e mi conquistò con appunti dove aveva annotato i tuoni, i fulmini, l'acqua, i soli e il passare del tempo e delle stagioni con una precisione maniacale, ma utilissima a capire i fenomeni naturali.

Non un meteorologo cialtrone come quello raccontato splendidamente da Alessandro Baricco, Gabriele Vacis e Natalino Balasso in "Smith and Wesson".

Insomma, un padre prezioso e importante, che un giorno Andrea ha postato così in una foto sui social: "Un giovanissimo papà che mi è il più caro. Mi ha insegnato a capire i fenomeni del cielo, ad amare il fiore e il piccolo animale, ad avere rispetto per ogni forma di vita, a conoscere e apprezzare la bellezza della montagna. È moltissimo. Per questo ti voglio bene, perduto papà".

Ecco, scrive così il professor Del Ponte e amo la sua scrittura anche per questo.

Così come amo la sua passione per il latino e il greco, unica, a Genova e probabilmente anche in Italia.

Lo ricordo volentieri "traduttore teatrale" dell'Eneide di Sergio Maifredi, uno dei racconti mediterranei che abbiamo imparato ad amare nella Pieve Ligure di Adolfo Olcese, nella Sori di Paolo Pezzana, a Luni e in giro per l'Italia.

Lo ricordo una sera proprio a Sori, io con Beppe Croce Bermondi che è un altro nome da carta d'identità dell'amore per le lingue classiche, ad applaudire la lectio magistralis di Peter Stein sulla nascita della tragedia con l'entusiasmo di un ragazzo e a volantinare con i suoi ragazzi del D'Oria per pubblicizzare le giornate del latino, il "Festival della cultura classica", con dibattiti, musica, rappresentazioni e addirittura una splendida cena al Bergese con menù tutto latino.

Insomma, è rimasto un ragazzo nell'anima, Del Ponte.

E non potrei fargli complimento più bello.

E quest'anima traspare in tutto dal suo libro "Per le nostre radici - Carta di identità del latino" (Aracne edizioni) con la prefazione di Salvatore Settis.

Un libro che consiglio a tutti di correre a comprare prima di Natale perché è una sinfonia, piena di ritmo e di ritmi diversi.

A Genova lo si trova dalla libreria Bozzi in via San Siro, nel centro storico, che è una specie di cripta dei tesori letterari; oppure lo si può ordinare via web ad Aracne edizioni o ancora scrivere anche attraverso i social ad Andrea Del Ponte per acquistare una copia autografata e dedicata.

E in questo particolare c'è tutto Del Ponte: supersocial e anche superclassico e a suo agio in tutte e due le condizioni, nel futuro e nella difesa del passato e della cultura classica, di cui "Per le nostre radici" è un manifesto programmatico.

Evito di "spoilerare" la tesi di fondo, che comunque è molto identitaria come dice il titolo, ma cerco di darvi qualche spunto per capire che questo libro non "può" essere letto, ma "va" letto.

Sfumatura linguistica decisiva.

E così il libro suona tutte le musiche della cultura classica, riuscendo a divertire e soprattutto a sorprendere.

E' un saggio, ma qualche volta Del Ponte riesce a trasmettere a chi legge l'emozione di un thriller e, soprattutto, riesce a spiazzare.

Penso, ad esempio, alla serie geniale di citazioni di autori che difendono la cultura classica, alcuni assolutamente disorganici rispetto alla cultura di provenienza di Del Ponte, ma tutti centratissimi all'interno di questa galleria.

E' un'emozione unica anche, ad esempio, la scelta dei testi per il dizionario finale che conclude il libro, con una serie di opere e di autori che anche in questo caso sorprende, a partire dalla scelta delle voci che Del Ponte fa per accompagnare il suo A-Z e dalle sue traduzioni che sono quasi testi aggiunti a loro volta.

Fedelissime agli autori, ma contemporaneamente eversive.

E' un ossimoro vivente questo libro.

E visto che fino ad ora vi ho citato la "vertigine delle liste", per citare Umberto Eco, contenute in "Per le nostre radici", vi dico anche che la parte saggistica originale è addirittura più avvincente.

E che questo saggio si legge come un romanzo.

Soprattutto, alla fine, ci si può fermare a discutere e addirittura a litigare sui contenuti.

E anche stavolta non potrei fare complimento più bello.

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Saggi tibulliani
 
Categoria:    Letteratura
   
Descrizione:    Si tratta di 22 studi letterari composti dagli studenti di un liceo classico genovese su altrettanti argomenti che appartengono all'elegia I, 5 di Tibullo, poeta romano dell'età di Augusto. Sono stati coordinati e assistiti, nelle loro ricerche, dal loro professore di latino e greco, Andrea Del Ponte, appassionato cultore di "humanae litterae" e persuaso dell'altissimo valore formativo degli studi classici anche - e soprattutto - nei ragazzi del XXI secolo, più sensibili di quel che non si potrebbe immaginare agli stimoli e alle provocazioni intellettuali che giungono dal lontano passato di Atene e Roma.
Editore:    Andrea Del Ponte
Anno del copyright:    © 2016
Lingua:    Italiano
Nazione:    Italia
Parole chiave:    Tibullo, elegia, amore, Delia, Roma, Augusto

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ATTI DEI CONVEGNI 2014-2015 del CENTRUM LATINITATIS EUROPAE
 
Categoria: Letteratura
 
Descrizione: Il volume contiene 11 relazioni scientifiche su temi di letteratura latina, letteratura greca, letteratura bizantina, letteratura italiana, Storia medievale e contemporanea, filosofia, ampliate e rivedute dopo essere state presentate a due convegni internazionali di cultura classica e moderna organizzati dal "Centrum Latinitatis Europae" di Genova negli anni 2014 e 2015.

RENATO DEL PONTE (storico delle idee e del diritto religioso arcaico, studioso di storia delle religioni e di simbolismo): Bellum iustum e bellum nefandum nella tradizione romana.
 
 ANDREA DEL PONTE (docente di Latino e Greco nei Licei classici):  Il pacifismo in Virgilio e Tibullo.

 Marco MARTIN (docente di Latino e Greco nei Licei classici): Bellum iustum e filosofia ellenistica. La questione morale dell'imperialismo romano alla luce delle fonti del III libro del De Republica  di Cicerone.

Antonio MUSARRA (Dottore di ricerca in Storia Medievale): La crociata e la maionese. Alle radici di un’idea.  
FRANCO CARDINI (Scuola Normale Superiore di Pisa):  Dell'assetto inequo / iniquo del mondo

Rainer WEISSENGRUBER (Presidente internazionale CLE - Linz): Estne Roma urbs aeterna?

Marco MARTIN (docente di Latino e Greco): Ammiano Marcellino:  voce del tardo antico tra disincanto e tradizione. 

Raffaella CRESCI (Un. Genova): Missione e durata dell'impero bizantino: dalle certezze ai presagi della fine

Antonio  MUSARRA (docente medievista): A peste, fame et bello libera nos, Domine. Precarietà ed ansie religiose nell'Italia del Trecento

Andrea DEL PONTE (docente Latino e Greco): Seneca, Pascoli e la naturalezza della Storia

Pierfranco  PELLIZZETTI (Un. Genova): Terrorismo, crisi della Modernità, Cosmopolitismo 
Editore: Andrea Del Ponte
Anno del copyright: © 2016
Lingua: Italiano
Nazione: Italia
Parole chiave: greco, latino, pace, guerra, pacifismo, filologia, Franco Cardini, invasioni barbariche, Roma, urbs, bellum iustum, Virgilio, Seneca, Ammiano Marcellino

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I classici al caffè
 
Categoria: Letteratura
 
Descrizione: Questo libro è un'antologia di conferenze su argomenti di cultura classica e contemporanea tenute nei "Caffè Latini" del quinquennio 2007-2011. La formula del "Caffè Latino" è una creazione del fondatore della delegazione genovese del Centrum Latinitatis Europae, il prof. Andrea Del Ponte, docente di Latino e Greco e animatore culturale. Argomenti: 1. Lo straniero nel mondo antico 2. La vecchiaia 3. Verità e menzogna 4. Il cielo stellato sopra di noi 5. Romania, figlia lontana di Roma 6. Iscrizioni latine a Genova 7. Giustizia e corruzione 8. Cos’è un classico? 9. Storie di etere 10.Eunomia e disnomia: ragioni e rimedi della crisi economica 11. Antisemitismo nell’antica Roma 12. I barbari nel cuore dell’Occidente 13. La birra nell’antichità 14. Amore criminale al femminile 15.La comicità nel mondo antico 16.L’Italia nella letteratura antica 17.Dal mito alla fantascienza 18. Romani in Africa, Italiani in Libia 19. Eròmenos ed erastès in Teognide 20. L’encomio A Roma di Elio Aristìde
Editore: Centrum Latinitatis Europae di Genova
Anno del copyright: © 2011
Lingua: Italiano
Nazione: Italia
Parole chiave: classici, latino, greco, caffè, caffè latinum

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